Novità su due quadri dispersi di Caravaggio, sul fascicolo di aprile 2017 di “The Burlington Magazine”



Nel fascicolo di aprile 2017 (n. 1369) della prestigiosa rivista “The Burlington Magazine”, sono pubblicati due interessanti articoli che riguardano da vicino gli studi caravaggeschi
Riccardo Gandolfi ha ritrovato la menzione, nell’inventario del 1612 del mercante Marcello Lopez, di “un quadro grande scorniciato di cornice negro con taffetà verde di N. Sig.re quando da gli documenti agli Apostoli di mano di Michelangelo di Caravaggio. Tale iconografia è approfondita nel contesto culturale a cavallo tra Cinque e Seicento. Interessante poi è la ricostruzione che fa il giovane studioso dei legami di parentela tra il possessore del dipinto oggi disperso e Girolamo Crocicchia, il quale assieme a Prospero Orsi e altri fu garante di Caravaggio in seguito a un arresto di quest’ultimo nel 1605. Inoltre si scopre che tra i clienti di Lopez figurava proprio Prospero Orsi, su cui si attende la pubblicazione di Gandolfi "Prospero Orsi. Pittore di grottesche e ‘turcimanno’ del Caravaggio"
Nell’articolo seguente, Ursula Fisher Pace attribuisce a Giacinto Gimignani il Sant’Agostino nello studio, che Francesca Cappelletti e Silvia Danesi Squarzina ritenevano essere di Merisi. Viene quindi pubblicata una copia del primo San Matteo e l’angelo di Caravaggio, di cui non ne erano note altre finora, che in qualche modo restituisce le cromie del quadro perduto a Berlino. La ‘nuova’ tela, segnalata da François Bousquet, è ubicata nella chiesa di Saint Martin a Pauillac in Francia, assieme alle altre tre copie della serie di evangelisti, un tempo in collezione Giustiniani, che è ricostruita così per intero anche se indirettamente.

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