Nuove rivelazioni sulla permanenza del Caravaggio a Malta (di Francesco Tresoldi)

In occasione del quarto centenario della sua morte, si è parlato molto di Michelangelo Merisi, del seppur breve periodo che ebbe a vivere nell’isola di Malta e della nomina da parte del gran Maestro Alof de Wignacour a Cavaliere di Grazia dell’Ordine. Nomina avuta grazie all’interessamento dell’ambasciatore maltese presso, la Santa Sede, Francesco Lomellini, che ottenne dal Papa il15 febbraio 1608, un “fecit placet” (una specie di indulto). Nuove documentazioni, emerse ai giorni nostri, riguardano invece quelli che furono i fatti che videro Michelangelo interprete nel bene e nel male, durante il suo soggiorno maltese. Alcuni studiosi come Philip Farrugia Radon, John Azzopardi, Keith Sciberras, Luigi De Anna, e la dott. Stefania Macioce, si sono infatti applicati a rileggere e studiare nuovi documenti conservati presso la National Library di Malta.  Durante un mio recente viaggio a Malta, entrando nello stesso archivio, grazie anche alla disponibilità della direttrice dott.Maroma Camilleri, ho potuto conoscere e approfondire quelle che possono essere queste nuove rivelazioni. Bisogna ricordare che Caravaggio, costretto a fuggire da Roma per l’omicidio di Ranuccio Tommasoni, dopo una breve sosta a Napoli, arrivò a Malta il 12 luglio del 1607 portando a corredo solo quella che poteva essere la sua arte. Un anno più tardi, il 14 luglio dl 1608, dopo aver dipinto alcuni ritratti per il Gran Maestro Alof de Wignacourt e la” La decollazione di San Giovanni Battista” nella co-cattedrale della Valletta riceve con “una preziosa collana ” e “due chiavi d’oro” la nomina a Cavaliere d’Obbedienza Magistrale (e non di Grazia, come si è sempre scritto, che è altra cosa).

CLICCARE QUI PER APPROFONDIMENTI: Francesco Tresoldi - Autore del libro: “Caravaggio, ipotesi e realtà”