DA PASOLINI A PAPESCHI, QUALI SONO I CONFINI DELLA CENSURA? (di Andrea Dusio, da "MilanoCultura.com")

Quattro storie di censura, quattro storie per capire cos'è e quando ha senso. Parto da un mio amichetto d'infanzia, invero già scatenato allora, Max Papeschi, che in questi giorni ha tappezzato la Polonia con i suoi "topolini nazisti", ottenuti fotografando una bella ragazza discinta, che indossa una maschera di Mickey Mouse sullo sfondo di una bandiera con la croce uncinata. L'opera pubblicizza una mostra che si terrà a Poznan, non lontano dalla sinagoga, e credo che gli ebrei polacchi possano dirsi giustamente offesi da quella che è solo una provocazione bassa. Ricordo di aver visto qualcosa di molto simile a un concerto di Marylin Manson, e di averne anche parlato francamente con la rockstar dell'Ohio. Manson, che prima di salire sul palco faceva il critico musicale, era perfettamente consapevole di fare qualcosa che rientrava totalmente nel linguaggio dello show business. Tutti sanno che i parental advisory, le pecette che si mettono sui Cd per spiegare che un disco contiente testi violenti o sessualmente espliciti, non valsero a difendere Manson dalle accuse di aver influenzato i ragazzi che misero in atto il massacro della Columbine, tutti fans suoi e di altri gruppi metal. E d'altronde metà del nome di Marilyn Manson si rifà all'assassino di Sharon Tate e alla sua setta, che scrissero con il sangue delle proprie vittime il titolo di una canzone dei Beatles dopo l'eccidio. Io non so quanto Max sia talentuoso. Di certo non ho mai provato alcuna fascinazione per il suo lavoro, e ho "disertato" puntualmente le sue mostre, che trovo inconcludenti e pleonastiche, prive di qualsiasi valore autenticamente artistico. Credo che le sue creature abbiano cittadinanza nel mondo, ma sui muri di una cittadina polacca offende inutilmente la memoria. E dunque se l'amministrazione della cittadina l'avesse censurato, io sarei stato d'accordo.... CONTINUA A LEGGERE L'ARTICOLO SU "MILANOCULTURA.COM"